E’ MORTO GINO CALDERINI

La notizia era nell’aria, visto il peggioramento improvviso delle condizioni di salute, già compromessa da interventi e cure debilitanti, ma lo stesso ha scosso e commosso tutto il mondo bianco verde dell’Atletica Livorno. Gino Calderini, presidente provinciale del CONI, fratello della nostra apprezzata insegnante tecnica Carla e figlio dell’indimenticato Francesco è deceduto durante la notte presso il reparto di cure palliative dell’ospedale livornese. Gino sportivo di razza, amministratore oculato, infaticabile organizzatore, impegnato nell’associazionismo sportivo e per un certo periodo anche impegnato politicamente nella sinistra livornese, lascia un grande vuoto nel movimento sportivo della città. Si ricorda a tal proposito che, per i veti incrociati, per anni il Coni livornese è stato senza presidente e soltanto la sua figura, apprezzata per la correttezza e per lo straordinario impegno civile, ha messo finalmente d’accordo i vari presidenti di federazione. Persona schietta, che pur avendo frequentato in gioventù il mondo professionistico del calcio, ha sempre difeso a spada tratta lo sport dilettantistico come vera fucina di sviluppo della personalità dell’uomo e non ha mai abbassato la testa, anche con il suo superiore Petrucci, quando riteneva che certe decisioni non erano condivisibili.

Doveva essere nostro ospite, come sempre in occasione delle nostre feste sociali, nello scorso febbraio. Era una ricorrenza particolare perché mezzo secolo fa, seguendo le indicazioni di babbo Francesco, esordiva anche in atletica leggera con i colori dell’Atletica Livorno come saltatore in lungo e si sarebbe trovato a cena con i compagni, esordienti anche loro, in quel lontano 1962. Aveva dovuto declinare l’invito perché provato dalle forti cure per cercare di debellare la malattia ma prometteva di venirci a trovare. Non lo ha potuto fare e non ci siamo più visti se non in un letto d’ospedale. Il tuo ricordo rimarrà a lungo nelle nostre menti.

L’Atletica Livorno si raccoglie commossa attorno alla madre Bruna, alla sorella Carla, alla moglie Maria ed alle due care figlie.

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