Nove e mezzo di domenica: uno sparo attende, stipati in via Allende, 400 e passa podisti. Il Vivicittà 2016 parte in grande stile, col beneplacito del sindaco e del meteo, omaggiato dall’ennesima (ma sempre diversa) apparizione clownesca del fenomeno-Ria. Dodici bianco verdi in prima linea, record di partecipazione per le edizioni recenti. Nel 2015 eravamo undici, ma i ricambi nelle nostre file sono valsi molto più delle conferme.
Prendiamo lo stacanovista Federico Meini. Reduce dall’esperienza internazionale master di Ancona, ha pensato bene di non sfiancarsi del tutto per vendicare la fallita qualificazione alla finale europea dei mille-e-cinque. (In compenso, ha già cerchiato in rosso la prossima staffetta su strada…) Lo scorso anno fu secondo, col volpaccio-Andrea Gesi che andava a staccarlo proprio negli ultimi metri. Stavolta il ruolo di Federico l’ha preso Luca Lemmi, che col pettorale numero uno sfoggiava tutta una rinnovata passione per la corsa su strada (c’entra qualcosa una certa sponsorizzazione?) Gesi attacca all’undicesimo di dodici kilometri e non c’è stato nulla da fare. E dietro la coppia aveva scavato il vuoto.
A un minuto e mezzo di distanza, la sfida Antonio Prestianni – Mirko Dolci – Gianmarco Lazzeri si fossilizzava su queste posizioni, ciascuno a cinquanta metri di distanza. Prestianni dei tre è stato il più audace, (maledettamente) bravo a gestire lo sforzo e contenere il ritorno degli avversari. Dolci ci prova all’ottavo kilometro, senza agguantare il podio sperato. In compenso saluta Gianmarco, che a mostrare nuova compostezza d’azione non ottiene però l’effetto voluto: a quanto pare, il cronometro preferiva le braccia sbilenche…
Non passa molto che arriva il folto del gruppo: gli arrivi si susseguono ad intervalli brevi. Antonio Bombace è il terzo della classifica sociale. A suo dire, la gara poteva gestirla molto meglio, ma è pur sempre 15esimo. Per fare un esempio, ha battuto quel Manuel Lucioli (19esimo) che in campo sta facendo faville – forse è successo proprio per questo: non comincerà a prendere gli allenamenti troppo sul serio?
Una volata per il 21esimo posto: la spunta Francesco Balestrini (ottavo dei senior). Lo specialissimo programma del Livorno Triathlon non deve dunque fare tanto male! Rimaniamo in tema di atleti “esperti”, con la 25esima posizione di Alessio Ghezzani. Lo scorso anno fu top-ten assoluta, oggi deve accontentarsi di quella di categoria. La gioia di un figlio ripaga della differenza?
Dai vecchi ai giovani: è il turno di due classe-1997. Gabriele Spadoni mostra altri passettini avanti, Alessio Ristori un imperscrutabile kappa-o. Uno fa 48esimo (66esimo a Cenaia a metà marzo) e allarga ancora un poco i suoi orizzonti prestazionali, l’altro sembra che i problemi dell’inverno gli abbiano portato via ogni capacità aerobica. Riprenditi, Alessio! Sai anche tu di non valere il 77esimo posto. (Appunto! Proprio perché lo sapevi, sei partito ben più forte di quanto potevi reggere…)
Un altro che deve lottare con le magagne del fisico è il cecinese Francesco Fulceri (101esimo). Dalla sua c’è la forza della passione. Gli anni l’hanno portato (non so se sia un bene) ad abituarsi a questa condizione. A serrare le file dei bianco verdi c’è il reparto degli “amatori puri”: Filippo Brambilla (119), Matteo Citti (129) e Mariangela Mori (345 e 41esima delle donne). La loro presenza al Trofeo Podistico è coperta da un’assicurazione!
Gianmarco Lazzeri