Professore, per iniziare ci parli del suo passato atletico e professionale:
“ Ho messo piede al Campo Scuola con l’Atletica Livorno nel 1963 a 15 anni. Ho iniziato col salto in alto, ma mi sono accorto subito che non era la mia strada, passando quindi al salto in lungo. Nel 64 mi sono piazzato primo nelle graduatorie Allievi, quando a quel tempo non c’erano i campionati italiani Allievi. Fui poi convocato in nazionale juniores U20 contro la rappresentativa russa e quindi l’esperienza di quattro anni nei Carabinieri, periodo in cui ho vestito diverse maglie azzurre assolute, militari ed universitarie. Quando sono tornato all’Atletica Livorno ho continuato a gareggiare fino alla nascita del primo figlio per poi iniziare ad allenare in società, avendo quasi subito i migliori successi con Roberto Formichi e Roberto Pericoli.
Professionalmente ho sempre fatto l’insegnante, in special modo all’ITI per 10 anni che considero la mia scuola, per poi passare all’Istituto Calamandrei, finendo quindi con 17 anni come Capogruppo insegnamento all’Accademia Navale.
Ho allenato fino al 1992, quando gli impegni col CONI sono molto aumentati, decidendo di passare il testimone a Massimo Favoriti che stava crescendo e che è riuscito a creare,negli anni, un grande gruppo in cui gli atleti stanno e si allenano bene. A questo proposito vorrei sottolineare come in 65 anni, la società abbia avuto solo tre allenatori di lungo: prof. Biasi, me e Massimo Favoriti.
Adesso sono tornato con la Scuola dello sport e come Coordinatore tecnico regionale CONI, ricercando di nuovo quegli impegni che avevo un po abbandonato, cercando di costruire là dove si può.”
Oltre al CONI, è tornato anche in Società come Direttore tecnico del settore giovanile, come vede questo nuovo incarico? :
“ Ho accettato questo incarico con grande entusiasmo e motivazione, cercando anche di trasferirlo ad allenatori e atleti. Purtroppo stiamo affrontando un momento non molto florido per quanto riguarda il ricambio generazionale, ed il passaggio dalle categorie giovanili a quelle assolute è il momento clou in cui purtroppo molti abbandonano; bisogna creare le condizioni per limitare questi abbandoni: “
Su questa base, come vorrebbe agire in primo luogo? :
“ Ho una idea, che spero vincente: a mio parere gli abbandoni sono fisiologici, perchè quando l’80% dei giovani fa sport, una percentuale di allontanamento dalle piste bisogna aspettarselo, però da cercare di limitare. Alcune problematiche riscontrate nei più giovani sono purtroppo stanno nella paura di gareggiare e in un approccio di paura alla competizione. Per questo i giovani atleti andrebbero educati al gusto per la competizione con gli altri e con sé stessi, inculcando un “amore verso il risultato”. La fascia di età 11 – 14 anni è la più delicata e quindi da sensibilizzare maggiormente verso l’amore per l’Atletica.
Metodologicamente, valuteremo. Sono favorevole a “gare” molto frequenti, anche in maniera molto informale anche durante gli allenamenti. In special modo vorrei cercare di portare avanti un costate monitoraggio con una batteria di test, non molto ampia ma diversificata, potendo quindi creare una statistica per porsi obiettivi a media – lunga scadenza. Io stesso mi occuperò dei rilevamenti, aiutato dagli allenatori.
Purtroppo, aprendo una piccola parentesi. i molto giovani adesso hanno una attività motoria molto istituzionalizzata, senza la presenza di attività libera, attraverso i giochi nel tempo libero, che aiutava i giovani a crescere sportivamente in maniera inconsapevole.”
Oltre i piccoli atleti, ci sono gli allenatori, ha già avuto modo di confrontarsi con loro? :
“E’ un gruppo numeroso, ed ha le caratteristiche per lavorare e fare bene. Dal 10 dicembre in poi sarò sempre più presente sul campo per vedere i vari gruppi e, aiutati dagli allenatori, metteremo tutti i dati in un grande database per passare ad una programmazione. Nel 1995 ho creato un software di analisi delle capacità e valutazioni motorie, usato anche dal CONI a livello nazionale fino al 2005. Lo adatterò all’Atletica Livorno, analizzando quindi i test fatti potendo anche parlare con i ragazzi con quello che possono fare, motivandoli. “
Come ha visto l’Atletica Livorno in questi ultimi anni? :
“ L’Atletica Livorno ha sempre avuto la grande risorsa del numero di coloro che ci lavorano. Quando gareggiavo a livello juniores eravamo tra le prime dieci società d’Italia, forti un grande gruppo allenatori. In campo giovanile, il numero dei giovani allenatori è sempre un punto di forza, anche se poi possiamo chiederci: meglio molti che fanno poche ore con una motivazione relativa o pochi che fanno molte ore con una motivazione elevata? Questo resta da vedere, ma come diceva il buon Renato Martelli: “ Tutti sono utili ed utilizzabili”. Riconosco però che per la mia generazione era molto più facile dedicarsi all’allenamento ed all’insegnamento, perchè dopo l’ISEF potevi subito entrare ad insegnare, mentre adesso per i giovani è più difficile conciliare molte più cose con più difficoltà, ma non dubito che, oltre questo, riusciremo a far bene.
Mi sono giunte anche diverse critiche al settore giovanile, ma guardando i risultati, l’Atletica Livorno si è sempre difesa bene, anche vincendo, per citare soprattutto le ragazze e cadette.
Spero che gli allenatori del settore assoluto, saltuariamente, facciano sedute insieme al settore giovanile, che può essere utile ai ragazzi. “
Per finire, col suo nuovo incarico, cosa si aspetta e cosa spera per l’Atletica Livorno?:
“ Per la Società mi auguro che molti giovani riescano a passare alle categorie assolute, tornando ad un livello competitivo anche nella categorie allievi. Tutta l’organizzazione e la metodologia sarà subordinato all’obiettivo di far crescere e mantenere i ragazzi, aiutati da noi allenatori e dalle famiglie. Per me, spero di mantenere la gioventù e di riavvicinarmi alle gare, per provare di nuovo l’animus competitivo che l’Atletica offre.”
Al. Ba.