Campionati del Mondo U20 2022, tre biancoverdi armati di bagagli, sogni e belle speranze, si sono diretti a Cali, terza città della Colombia, pronti a vivere una settimana di intense emozioni internazionali, il tutto ammantato di quella maglia azzurra che è sempre un onore indossare.
Giorno 1 agosto; il primo a scendere in campo è Tommaso Boninti, il quale nonostante una stagione funestata da problemi fisici, si è guadagnato di gran carriera il posto come membro delle staffette del miglio.
Si va con la 4×400 mista così composta: Boninti, Tessarolo, Zunino, Kabangu.
Dalla gioia all’amarezza in pochi minuti.
Dopo aver vinto alla grande la prima batteria in 3’25″14 per un posto in finale, il risultato ufficiale è stato seguito da un’altra grafica, con cui è arrivata la squalifica per il tocco della linea interna in curva da parte di Tommy. A niente è valso il ricorso dello staff azzurro.
Boccone amaro per la squadra ed in particolare per Tommaso che è stato consolato dal resto dei compagni per andare incontro alla sfida del venerdì.
Giorno 3 agosto; va in pedana con apparente calma serafica Rachele Mori, forte della leadeship mondiale stagionale ed una sequela di ottimi risultati inanellati durante l’estate.
Qualche lancio di prova e subito la botta oltre i 64 metri che ha gelato le avversarie e portato in finale senza se e senza ma una Rachele che, dopo Nairobi, sarebbe tornata a giocarsi una finale iridata, ma questa volta come atleta da battere.
Giorno 5 agosto, data che verrà ricordata ad imperitura memoria negli annali dell’Atletica Livorno.
Si parte di buon mattino con Giada Traina ed i 10km di Marcia in pista. Nello Sguardo di Giada c’era tutta la determinazione di chi ci sta provando, ed infatti ben oltre metà gara la nostra marciatrice è rimasta compatta nel quintetto di testa che poi si sarebbe spartito le medaglie.
Purtroppo, a pochi chilometri dalla fine, è arrivata inesorabile la pit-lane per Giada, costringendola ad un minuto di penalità.
Nonostante questo, finita la sosta, Giada si è rimessa sul passo per concludere la sua performance, culminata all’ottavo posto mondiale, con la consapevolezza di averci provato con coraggio in un palcoscenico tutto da invidiare.
Passa qualche ora ed è di nuovo sui blocchi col testimone alla mano Tommaso Boninti, pronto a lanciare la 4×400 maschile.
Frazione sontuosa per Tommaso che, lotta con tutto il resto dei partenti per andare a consegnare il testimone a Francesco Pernici che rincorrendo vola fino a Marco Zunino, il quale con gran brio dà l’ultimo cambio a Luca Sito, che per pochissimo non agguanta la qualificazione, beffato dal canadese Floyd.
3’08″75 il tempo finale per il quartetto che strappa comunque la decima piazza mondiale, e non è poco.
Arriviamo quindi al capolavoro, la ciliegina sulla torta di una giovane carriera pronta a spiccare il volo verso picchi ben più alti.
Dopo una qualificazione facile facile, Rachele Mori apre le danze della sua finale con un lancio poco oltre i 60 metri per poi successivamente incrementare a 62,97m. Dopo il secondo turno di lanci però arriva un acquazzone che costringe l’organizzazione a sospendere la gara per ben quattro ore, spezzando ovviamente la concentrazione a tutte le partecipanti.
Si torna in pedana quando ormai in italia è notte fonda, ma molti sono rimasti svegli per vedere Rachele prendersi lo scettro.
Al terzo turno, Rachele spinge ancora e va a 63,82m ma è il quarto lancio che dà a Rachele la sicurezza, estrinsecata nell’urlo ”ECCOLOOOO” al momento del rilascio dell’attrezzo: 65,84m, misura intoccabile per tutte le altre.
Per il quinto turno Rachele va ulteriormente a scavare l’abisso tra sé e l’argento, piazzando 67,21m.
Quando la seconda classificata esegue l’ultimo lancio, Rachele va in pedana con un sorriso emozionato e, lasciato andare il martello, può finalmente liberare la gioia del titolo iridato ed andare ad abbracciare zio Fabrizio, che di titoli iridati se ne intende.
Questa medaglia ha anche un valore storico non indifferente per la nazionale italiana, perchè mai una donna azzurra aveva vinto un oro nei lanci a livello mondiale.
Il nostro immenso GRAZIE va a Rachele e a tutti coloro che l’hanno seguita passo passo fin dalle categorie giovanili: Cristina Sanfilippo che l’ha iniziata ai lanci, Riccardo Ceccarini che l’ha portata alla consapevolezza fino a Massimo Terreni con cui sta condividendo questo fantastico percorso odierno, senza dimenticarsi di Paolo Falleni che ne cura gli aspetti motori.
Come conclusione a questo articolo vorrei sottolineare un aspetto di orgoglio per la nostra società, ovvero la gioia di poter vedere tre atleti che hanno iniziato il loro percorso con la maglia biancoverde fin da bambini, arrivare a questi livelli, con la fiducia e speranza di andare ancora oltre…non credo che ci sia motivo di contentezza più grande per chi allena e chi si occupa di far crescere umanamente, sportivamente e atleticamente dei giovani atleti.
Foto Sergio Mateo/Fidal
Alessandro Bacci