Nel parco di San Bartolo a Cintoia è giunto a conclusione il Gran Prix toscano di corsa campestre. Una storia durata tre mesi e ben cinque prove (Filecchio, Fossone, Castello e Policiano le occasioni precedenti). Quest’ultimo appuntamento è stato per pochi eletti: una cinquantina gli uomini e una dozzina le donne. Come sempre, la finale di un Gran Prix la corre soltanto chi ha da giocarsi qualcosa nella classifica generale. Tra le poche eccezioni c’è Antonio Bombace, che la sua nuova maglia bianco verde l’ha presa quanto mai sul serio: doppiando lo sforzo di Empoli della settimana precedente, chiude con un buon 21esimo posto. Noialtri invece puntavamo tutti alla generale, e della gara ci interessavano di più i punti che avremmo guadagnato rispetto alle posizioni corrispondenti.
Non c’è bisogno di infastidirvi coi nostri calcoli da ragioniere: basta sapere che la formula del bonus (15 punti a chi avesse completato tutte le prove) e lo scarto della prestazione peggiore aprivano le porte alle prospettive più disparate. E dopo la tappa di Policiano, per noi i giochi non erano assolutamente chiusi: con un risicato vantaggio, Valentina Spagnoli si contendeva la leadership assolute e promesse con la piombinese Linda Benigni; stesso discorso per Luca Lemmi, tallonato da Luca Placanico per il terzo posto; per me sarebbe stata una “volata” con Ivan Poggi ed il ben più pericoloso Marco Scantamburlo, con in palio il quinto posto assoluto e l’argento tra le promesse; infine tra gli juniores maschi Alessio Ristori doveva risalire per quanto possibile la china della classifica, e Gabriele Spadoni difendere una posizione sul podio. Giulia Morelli navigava in acque più tranquille, dovendo solo tenere a bada le avversarie juniores Arianna Fabbri e Giada Scantamburlo per una meritata vittoria. Mettiamoci poi Dario Guidi in cerca di gloria nella speciale classifica degli allievi prim’anno, ed abbiamo fatto tutti i bianco verdi in gara.
A vedere com’è andata caso per caso, soddisfazioni e (piccole) delusioni le troviamo mischiate in un compendio agrodolce. Non ci aspettavamo miracoli, ma dopo la debacle di Empoli Valentina sembrava stare un po’ meglio, a vederla nei primi giri. C’è da dire che a mettere in programma sette kilometri gli organizzatori non le hanno fatto un grande favore: lei queste distanze proprio non le digerisce. Così, nei ghirigori tracciati ad arte nel parco Valentina è costretta a cedere posizioni, salvo poi reagire nel finale con carattere, quanto basta per tenere a bada la Scantamburlo e chiudere sesta. Il testimone di miglior bianco verde passa così a Giulia, che invece la distanza la tiene alla perfezione, rispondendo al forcing della Benigni. Le due fanno coppia solitaria fin oltre l’ultimo kilometro: tanto a lungo Giulia aveva cullato speranze di vittoria! Ad ogni modo, a fare seconda ha dato prova di un’esperienza da atleta navigata. La Benigni dal canto suo si aggiudica (meritatamente) il Gran Prix, forte di tre successi di tappa.
Passando agli otto kilometri degli uomini, tanti i colpi di scena ad animare la testa della gara. Dopo aver navigato a lungo ai piedi del podio, Placanico è protagonista dell’ultimo giro perfetto andando a riprendere prima Paglione e poi Mei per alzare le braccia al cielo sul traguardo. Per un po’ aveva fatto coppia col nostro Luca, che finendo quarto (ma Paglione era vicino) recupera un po’ di morale dopo l’esperienza di Empoli. Un sorriso a metà, considerato che Placanico con quel che ha fatto s’invola al terzo posto nella classifica del Gran Prix. Emozione che conosco bene, perché l’ho provata anch’io: con un settimo posto frutto di un altro arrembante finale surclasso il Poggi ma non lo Scantamburlo, che mi arriva davanti di un soffio. Mi biasimo i tre giri iniziali, intorpiditi e privi di spirito agonistico, il quale si risveglia tutto insieme. Se non altro devo dire grazie ad Alessio, che preso nella sua personale rimonta ai danni del coetaneo Diego Silva Algewattage a un certo punto mi affianca accendendomi la miccia. Per lui è missione compiuta: vincitore della gara junior e decimo di quella assoluta, si prende anche l’argento nel complesso delle cinque prove; matematicamente impossibile fare di meglio.
Gabriele chiude 31esimo e sesto degli junior. In terreni meno filanti ed un po’ più difficili, ha dimostrato di valere un po’ di più. Comunque sia, il bronzo del Gran Prix junior è un risultato certo, e fonte di grande soddisfazione. Discreto il 17esimo posto di Manuel, al primo ingresso trai venti in una campestre regionale assoluta. Grazie ai punti conquistati, è tredicesimo della generale e settimo delle promesse. Nella gara allievi, sulla distanza di cinque kilometri, Dario è ottimo quarto. Purtroppo per lui, correndo in contemporanea con gli assoluti, non ha individuato bene tutti i suoi avversari, ed è stato a lungo convinto di essere terzo! Il bronzo sarebbe stato senza dubbio un valore aggiunto, considerato che l’ottima organizzatore aveva come capo del cerimoniale l’indimenticato campione olimpico Gelindo Bordin! Dario si potrà consolare alla Festa dell’Atletica Toscana: le due prestazioni di San Bartolo e Policiano lo hanno eletto miglior allievo dei nati nel 2000.
Gianmarco Lazzeri