Veniva da un lungo periodo di sosta per un infortunio, non il primo, purtroppo, nella ancor breve carriera di Filippo Lari e questa volta si era operato lasciandolo a riposo per tutta la prima parte della stagione. Giuseppe Pecorini ha lavorato soprattutto sulla costruzione fisica del cadetto facendogli saltare tutte le gare del campionato di società e rilanciandolo solo quando era giunto alla conclusione che una ricaduta doeva essere considerata improbabile. Un assaggio ai primi di luglio a Grosseto in occasione del CDS di triathlon con pochi salti fino a 1,84, un campionato provinciale individuale a Livorno sui 100 ostacoli vinti con il personale uguagliato e poi il definitivo rientro nel “meeting della solidarietà” ad Aulla.
Nella cittadina della Lunigiana, che con il meeting cerca di attirare l’attenzione dell’atletica leggera e dello sport in generale sulla tragedia che aveva colpito la località nell’autunno di un anno fa, Filippo Lari (Pippo per i suoi “piccoli” compagni d’allenamento al campo scuola) ha costruito il suo bel capolavoro. Obiettivo migliorare il suo personale nel salto in alto stabilito nelle indoor con 1,92. Entrato in gara quando i suoi avversari erano già sotto la doccia, saltava alla prima prova 1,70 e 1,80, poi doveva impegnarsi due volte per superare 1,86 mentre a 1,90 era brillante già alla prima. A questo punto tutti si aspettavano che facesse mettere l’asticella a 1,93, ma dato che a lui le misure dispari non piacciono la faceva piazzare a 1,94. Una veloce rincorsa, uno stacco imperioso, un volo lieve e pulito e la misura era saltata. Filippo, con tutte le gare finite e tutto il pubblico attorno alla pedana, giocava duro, passava la naturale successione di 1,96 e chiedeva addirittura 1,98. Al primo tentativo, sbagliato, dava l’impressione di aver esagerato, ma al secondo era altissimo, vincente ed urlante per la gioia, lui che normalmente è sempre calmo e misurato negli atteggiamenti. Miglior prestazione italiana cadetti dell’anno e record regionale di Ivan Mach di Palmstein uguagliato. Poteva finire li, ma l’esaltazione del momento gli faceva decidere di tentare anche i 2 metri, con tutto il pubblico che ritmava le sue rincorse. Tentativi non riusciti ma almeno uno tutt’altro che velleitario. Poi una telefonata per raccontare tutto e fare gli auguri, con gli occhi lucidi e la voce rotta dalla gioia, al suo tecnico specialista Vittoriano Drovandi che non lo aveva potuto seguire per la necessità di eseguire accertamenti sul suo stato di salute.
Nella stessa manifestazione ha gareggiato anche la cadetta Valentina D’Agostino che ha lanciato il giavellotto a m. 20,31 e poi saltato in alto 1,38.