Sul viaggio abbiamo avuto di che lamentarci. “Ma come! Siamo già arrivati?” Orvieto non è Matera e alla trasferta in pullman ci voleva più tempo per diventare quell’odissea che nei ricordi di tutti si sarebbe trasformata in leggenda. Un’avventura di un giornata e mezzo lascia poco spazio alle divagazioni. Il Campionato di Società è per forza di cose in primissimo piano. La baldoria, quando non è il tifo da ultrà con cui ci siamo rovinati timpani e polmoni, va concentrata in distillati preziosi. Catalizzatore lo fa Gianfranco Gassani, depositario di una formula del tutto originale che innalza a nuove vette il mestiere di accompagnatore. Ha ballato in pullman sulle note di Celentano. Ha organizzato nei minimi dettagli il compleanno di Nicholas Tori. Ha sfoggiato sotto il sole di Orvieto un fisico da intimorire i Bruce Willis suoi coetanei. E ha fatto da antidoto alla ben nota parlantina di Mauro Laudani… ma i discorsi che saltavano fuori non erano poi così diversi!
La passione dei bianco verdi è da far paura (almeno agli avversari). Chiunque scendesse in gara – fosse un Bussotti che sprintava sotto ai nostri occhi per la vittoria, o un Mannucci che armeggiava con il peso in un angolino sperduto del campo – si beccava un tifo da forare le orecchie. Nessuno lasciato a se stesso. Anche se pensava di aver fallito. Le eliminazioni di Andrea Foresi (asta) e Fabio Barattini (marcia) ci stanno quando ce la metti tutta. Il gruppo sa pure consolare.
E poi ci sono le grandi imprese. Non solo Andrea Lemmi, che ha vinto l’alto (2.15 e beffa dell’asticella ai 2.21) con la sicurezza di chi nel coro era chiamato “capitano”. O Joao Bussotti, resuscitato dalle cattive prestazioni dell’ultimo mese proprio con addosso la maglia bianco verde. Nei 1500 (terzo, 3:47.00) aveva fatto da comprimario ad un ottimo Samuele Dini (3:46.63, argento un po’ a sorpresa) per poi scatenarsi come si deve sugli amati 800. Anche i giovani salgono alla ribalta. Come Andrea Rinaldi, al personale nel lungo (7.14) e ancora sul podio prima dell’ultimo salto. Ed Alessio Mannucci, stesso copione ma nel lancio del disco (46.18). Nel peso si migliorerà di un altro centimetro senza purtroppo accedere in finale. Neofita della competizione – per lui è stata una grande emozione – l’allievo Andrea Antongiovanni. Più che sui 100 (11.38, 14esimo) è protagonista di un bel lanciato a concludere la nostra 4×100 (43.72, decimi). Matteo Michelotti, Alessandro Bacci e Andrea Rinaldi hanno fatto la loro parte e ringraziano.
Nelle staffette viene fuori tutta la nostra anima di supporters. Si sbagliano a dire che in campo ne avevamo solo quattro. Chi non correva era lì a spingere a suon di urla. Tutto il lunghissimo istante che è durata la 4×400. Nicholas Tori ed Alessandro Bacci sono dei veri uomini-squadra: come Michelotti, a Orvieto per correre soltanto col testimone. Emilio Marconi e Marco Landi completavano il quartetto. Non c’è stato il rimontone di Matera, ma è pur sempre un decoroso ottavo posto (3:22.81).
Marco è il solito trascinatore caricandosi sulle spalle tutta la velocità prolungata. Mica facile correre tre gare in due giorni. Il nostro ci azzecca pure un terzo (400 metri, 49.01) e un quarto posto (200, 22.43). Soddisfazioni in specie dal giro di pista, dove oltre a vedere la vittoria a meno di un decimo (48.92) si prende il lusso di battere un certo tal Re. Altro podio che arriva dai 5000, e a Samuele avrebbe fatto comodo una partenza meno lenta. Il mezzofondo elargisce altri due punti con le siepi di Luca Lemmi (9:21.27), bravo a gestire lo sforzo ed il settimo posto. Piazzamento condiviso dall’amicone Giorgio Favati (marcia 5 km, 23:44.50), che ha levato le gambe da una situazione tutt’altro che semplice. Se è vero che appenderà presto le scarpette al chiodo, non ha fatto certo mancare il suo contributo.
Tra i punti di forza dei bianco verdi, difficile dimenticarsi del martello. Eric Fantazzini e Dario Ceccarini non saranno troppo contenti delle rispettive prestazioni ma hanno dato a vedere una gran prova di squadra. 58.05 l’uno, 53.77 l’altro, e sono quarti e sesti. Si è divertito Emilio Marconi, a vincere in 55.21 la prima serie dei 400 ostacoli (purtroppo nono). Saluta le barriere in costante miglioramento su una disciplina che ha ritrovato per troppo poco tempo.
E alla fine siamo arrivati quarti. Senza rimpianti. Ci siamo ritagliati il nostro bello spazio tra la Biotekna Marcon e la Pro Sesto. Con tutta probabilità, l’anno prossimo sarà ancora Argento. Aspettando anche le ragazze che faranno di tutto per venirci a trovare. È tanto male? Finché saremo lì a divertirci e l’Atletica vorrà ancora dire “Amicizia”, non avremo a preoccuparci di nulla. E poi, potremmo sempre regalarci la grande impresa. Sai mai cosa può succedere, quando hai addosso due righe bianche e verdi…
Gianmarco Lazzeri