Per una volta, lasciatemi iniziare dalla fine. Dalla trasferta tricolore di cross di Gubbio torniamo con un sorriso ancora più largo di quello con cui avevamo cominciato, e non è solo per l’allegria zeppa di nonsense dell’accompagnatore storico Gianfranco Gassani. Gran merito ce l’ha avuto anche Giulia Morelli. Partiva che erano ormai le due passate, ma guai a farsela scappare! Paolo Angioni si era tenuto cauto quando mi disse che la vedeva bene tra le dodici, ma troppo meglio era difficile da pensare. A scoprirla lì, nel gruppo delle prime, lottare ai piedi del podio ad un solo giro dalla fine, l’emozione è stata grande. La fatica montava inesorabile, e lei rallentava poco a poco senza mai cedere, tenacissima, difendendo con ogni briciolo di forze rimaste i piani alti della classifica. E alla fine è settima! 5700 metri li ha corsi in 21:24, a 3:45 al km: per una campestre è proprio un bell’andare (il terreno sarà stato duro quanto volete, ma pendio e ondulazioni si sono fatti sentire). Se ci mettiamo poi il bel lavoro di Enrica Bottoni (58esima in 23:48), Diletta Signori (61esima in 24:06) e Matilde di Petrillo (91esima in 26:02) facciamo la prima squadra juniores donne che abbia mai partecipato ad un CDS di cross in bianco verde. Risultato? Un dignitosissimo decimo posto! Per le altre categorie, dimenticatevi numeri tanto “bassi”: una Festa del cross che si rispetti supera come niente i 2000 partecipanti.
Torniamo indietro di ventiquattrore, quando tutto prese il via dallo spiazzo della Pinetina. Squadra vincente non si cambia, e Claudio Cerrai si conferma per il secondo anno alla guida del gruppo. Ospiti speciali, Raffaele Poletti dell’Atletica Massa e accompagnatore. Credeteci, ce l’abbiamo messa tutta per vincere la loro riservatezza! Saverio Marconi era a supporto dei suoi mezzofondisti: non solo la squadra assoluta maschile, perché in Umbria avrebbe trovato anche Andrea Mattera della rappresentativa cadetti ed i gemelli Dini. Che gareggiasse Lorenzo era previsto da lungo tempo; per Samuele che è ancora in ripresa dai recenti acciacchi c’è voluta la chiamata della finanza: le Fiamme Gialle erano a corto di uomini, e lui le ha omaggiate con una corsa relativamente tranquilla (40esimo). Lorenzo ha fatto invece gara generosa, restando a lungo nel gruppo di testa. Col passare dei giri ha ceduto leggermente, ma è arrivato comunque 11esimo (10,2 km in 30:41), ottavo degli italiani e secondo delle promesse. Nella pagina dei risultati, sotto il suo nome vedo scritto Atletica Livorno; e davvero possiamo pensare: “roba nostra”, questo qui rimane sempre uno di noi!
È la terza volta che vado in trasferta come reporter, la prima nel doppio ruolo di giornalista e atleta. Ripetersi non è mai facile, e con tutti quei kilometri di gara che mi aspettavano non facevo troppo caso a cosa mettere nel resoconto. Mi ha aiutato il paragone con l’avventura dello scorso anno. “Mordi e Fiuggi” è stato diversissimo da Gubbio. L’impressione era di avere a disposizione molto più tempo: un viaggio tranquillo verso Perugia, due passi in centro prima di cena, un breve trasferimento al campo di gara ed un giro per il borgo alla fine dei giochi. Quanto al pulmino, non ci ha nemmeno pensato di fare le bizze. Lui quanto noi, si è beccato le canzoni di Celentano sparate a tutto volume per mezzo viaggio di andata: è il programma di indottrinamento musicale di Gianfranco! Anche il tempo è stato più clemente: nuvoloso ma senz’acqua, neppure troppo freddo, ci ha fatto godere in pace la bella manifestazione. Le foto volavano come niente, bastava inquadrare il teatro romano che campeggiava in mezzo al percorso.
A legarci ai Campionati di Fiuggi sono state le molte defezioni. Come nel 2015, è saltata la gara a staffetta maschile. Dario Guidi ed Alessio Ristori gli elementi malconci e perciò mancanti, guarda caso gli stessi dell’anno scorso. Che incrocino le dita per il 2017, gli faremo in cambio i nostri migliori auguri. Il primo dei nostri ad attendere lo sparo aveva così la maglia della nostra regione: Andrea Mattera che in 2850 metri sfidava ben 150 avversari. Finisce 52esimo in 10:24, quarto dei Toscani. Con una lucidità invidiabile mi analizza poco dopo la prestazione: ha dato tutto senza rimpianti, ma nel finale non ha potuto sprintare perché gli si era indurita la gamba. Passano due ore prima di trovare Valentina Spagnoli tra le promesse e senior donne. E certo la bianco verde non vedeva l’ora di partire, a giudicare dal primo giro a tutto gas! L’argento Federica Del Buono se l’era tenuta dietro per due kilometri. Non era la sua distanza (7,5 km) ma Valentina non può fare a meno di essere garibaldina, è il suo carattere. Pagato lo scotto nella parte centrale, agli ultimi metri trova le forze per accelerare ancora. E superare la grande rivale Linda Benigni. Inoltre fa 78esima (29:06) e 17esima delle promesse: rispetto a Fiuggi riesce a buttar giù una dozzina di posizioni.
Ed infine la gara maschile, per la quale ho apprezzato una prospettiva privilegiata. Come ci si sente a partire in mezzo a quattrocento persone, con Meucci, Nasti, La Rosa, keniani a volontà ed atleti di ogni sorta? I tuoi riferimenti sono completamente stravolti. Per quanto mi riguarda, volevo partire avanti ma non fortissimo, e invece mi sono reso conto di aver dato fondo troppo presto a molte energie. Pensavo così di evitare la calca, e invece la fiumana di gente rimaneva la stessa al 50esimo come al 300esimo posto. Luca Lemmi è stato più accorto, riuscendo nella progressione perfetta: dalle infime retrovie fino alla 135esima posizione (33:50). Dei toscani in questo modo ne ha fatti fuori parecchi, e molti di quelli che gli avevano creato grattacapi ai Regionali. Federico Meini mi recupera a metà della prova, va in avanscoperta di qualche secondo, nel finale ci ricompattiamo e ci prepariamo alla volata. Io finisco 187esimo (34:40), per Federico il numero è 202 (34:51): in undici secondi c’entravano quindici persone! Per sparpagliarci c’erano stati 10,2 km. Altra gara di coppia per Antonio Bombace e Manuel Lucioli, che fanno 307esimo (37:37) e 310mo (37:40) al termine di una prestazione dignitosa. Manuel non era Manuel, se trovando una carta da gioco durante il riscaldamento non ci correva per tutto il tempo tenendola in mano: il cosiddetto asso nella manica!
Nella classifica a squadre, siamo 45esimi con 462 punti. Un po’ meglio dello scorso anno (49), ma sinceramente si sperava in qualcosa di meglio. Vabbè, che qualche posto in più non avrebbe fatto differenza. Ad ogni modo, per noi mezzofondisti il 21 febbraio l’inverno è già finito. Sarà mica per questo – mi chiedevo mentre aspettavamo il pranzo – che adesso è spuntato il sole e quegli alberi sono già fioriti?
Gianmarco Lazzeri