PROVE MULTIPLE E 400 A PADOVA

Prima di parlare delle gare e dei risultati una notazione organizzativa. Il CR Veneto è un portento perché ha saputo gestire due giornate di gare intense e affollate, pensate solo che tra maschi e femmine sono state disputate ben 65 (sessantacinque) serie dei metri 200 (27 per le femmine e 38 per i maschi). Circa 800 sono stati gli atleti-gara che si sono confrontati con tempi, misure, avversari, pb, ecc. nei due giorni. Pensate che, almeno per me, era la prima volta che vedevo un ordine di servizio scritto sulla composizione delle giurie con tanto di orari, nomi, provenienza dei giudici (TV, VE, BL, PD) affisso fuori dalla segreteria gare. Controllo rigoroso (con calibro) dei chiodi, decine di giovani impegnati in campo per montare, smontare, spostare, ecc. e nelle indoor è fondamentale, segreteria sempre pronta e veloce sia nell’incassare le quote d’iscrizione, che nel confermare le iscrizioni con rilascio di ricevuta da presentare in camera d’appello. A proposito di quote d’iscrizione, un calcolo approssimativo che ho fatto mi ha portato a valutare che l’incasso complessivo sia stato superiore ai 6.000 €, un po’ alte se considerate che per le gare individuali dei tesserati veneti si pagava 5 €, per quelli fuori regione € 7, per le prove multiple 10 € per i primi e 15 € (!!!) per i secondi. Insomma, a parte questo, ti vien la voglia di gareggiare perché le condizioni sono ottimali: rispetto assoluto dei tempi, solo dopo le 65 serie dei 200 si sono avuti 15’ di ritardo dovuti al fatto che in molte serie veniva dato un “al tempo” perché la confusione del pubblico non faceva arrivare gli ordini dello starter ai concorrenti in 5° e 6° corsia, altrimenti sarebbero stati rispettati i tempi anche in quel caso. Nota simpatica: lo starter non aveva mani per ricambiare i colpi nella pistola e le scatoline di cartucce che arrivavano dalla segreteria erano a flusso continuo.

Ed ora veniamo ai nostri. Nei 400 Bianchini ottiene il suo pb indoor (50”46, all’aperto ha 50”45) valido anche come minimo per partecipare agli italiani, buona impostazione tecnica nella corsa, mai scomposto, buona tenuta e ottima conduzione della gara anche se, un po’ più stimolato sarebbe sceso sotto i 50”. Buona la prima indoor per la Morreale che tutta in solitaria vince la 7° serie (era iscritta senza tempo) in 64”90, anche per lei buona corsa, facile e ampia, se poteva correre in una serie più stimolante avrebbe ottenuto un tempo ben diverso, si rifarà agli italiani. In ordine di anzianità vediamo cosa hanno fatto i multiplisti presenti venendo a Padova per fare una gara “seria” e rinunciando ai campionati toscani fatti in parte all’aperto e, soprattutto, in concomitanza con questa bella e vera gara.

Eva Guantini ottiene il suo record di punteggio (2.674) e eguaglia quello dell’alto (1.41), non va male negli ostacoli (9”80) ma si sbraca nel lungo con due nulli, alla ricerca della pedana invece che dello stacco che, su tre sole prove, ti mandano in crisi, rimedia con il terzo di sicurezza ma molto basso (4.63) per quanto avrebbe potuto fare, così come nel peso (9.65), assolutamente irriconoscibile rispetto agli allenamenti. Buona prova negli 800 ( 2’52”99) che migliora quella dello scorso anno e quindi pb indoor, gara per lei molto ostica ma affrontata bene. Dalla sua la lontananza dalle gare dopo lo strappo al soleo a settembre e l’influenza strisciante che si è portata dietro fino a Padova.

Federico Di Napoli ottiene delle buone prestazioni: pb negli ostacoli (9”25), nell’alto (1.77), nei 1000 (2’51”55), ci va vicino nei 60 (7”60) e  nel peso (9.10), toppa incredibilmente nell’asta con tre nulli alla misura di entrata (3.10) e, penso, lo avrebbe fatto anche a misure più basse perché non sa gestire la gara pur avendo fatto notevoli progressi in allenamento. Nel lungo dopo un primo nullo ed un secondo salto da “bambino”, ottiene un 5,72 che lo salva sulla sufficienza. Punteggio totale 3.683 che va vicino a quello del 2017 (3.868) ma con una gara a zero punti. Dopo il fallimento nell’asta si preparava ad andare in doccia ma l’ha subita fredda quando gli è stato detto che i 1000 doveva farli perché le gare si finiscono nel bene e nel male; pausa di oltre 30’ in isolamento da tutto e tutti e, dopo, alla domanda: per cosa sei più arrabbiato, per l’asta o per fare i 1000 ? la risposta è stata: per entrambi ma di più per l’asta. Nella gara di mezzofondo parte dicendo … se mi prendono i crampi mi fermo; forse scusa per fermarsi ugualmente. Lo sport ti insegna la vita (regole, avversari, sconfitte, vittorie, ecc.) e così è d’obbligo reagire ed ecco il pb con sorriso, soddisfazione e gioia.

Marzio Signorini non ha confronti con il passato perché, passato junior da quest’anno, è alla sua prima esperienza in questa categoria con ostacoli più alti, peso da 6 kg. e asta. Ottiene un buon 3.660 alle spalle dell’amico Federico. Questa l’analisi delle gare: un buon 60 hs (9”25) come Di Napoli; un pb nel lungo (5.69) pur continuando a regalare circa 40 cm.; a tre centesimi dal record nei 60 (7”66); nell’asta appena l’asticella sale cambia tutta la tecnica e invece di salire si “infila” e deve accontentarsi di un 2.60, troppo poco; nell’alto, dove in riscaldamento aveva saltato 1.70, sta per cominciare la gara e non torna più niente nella rincorsa, si deve ricostruire in fretta, entra in gara confuso e se la cava con 1.71 ma vale molto di più e lo dovrà fare; chiude con i 1000 (3’03”56) e con i crampetti della stanchezza che lo fanno rallentare almeno un paio di volte. Positiva esperienza che poteva portare al punteggio minimo per gli italiani se non fosse franato nel peso, sua “debolezza” ma non a questo livello (7.54); tra questa gara e l’asta ha fatto il punteggio di una sola gara, molto poco.

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