Tutta la famiglia biancoverde piange la scomparsa di un grande campione di sport e di vita. Oggi ci ha lasciato Vittoriano Drovandi.
Atleti, allenatori, dirigenti piangono una grande perdita. Drovandi era stato tre volte campione italiano, aveva indossato la maglia azzurra più volte e l’aveva sempre onorata, lui, così integerrimo, così profondamente innamorato del suo sport, della sua Livorno, della sua Italia.
Da tecnico aveva allenato generazioni si saltatori in alto, che hanno ottenuto sempre grandi prestazioni e ottimi risultati, sono tanti, è difficile ricordarli tutti, ne citiamo alcuni solo come esempio e ricordo: Milani, Giovannini, Fiorini ed oggi Lemmi Andrea che ha indossato anche lui la maglia della nazionale ed infine, senza vederne però lo sboccio, Lari Filippo. Forse ha portato con sé proprio questo cruccio, quello di non poter seguire e vedere le gesta di questa sua ultima giovane creatura. Per la sua valida opera al servizio dell’atletica italiana ha ricevuto anche significativi riconoscimenti.
Ci piace ricordarlo con il suo sorriso sornione sotto il baffo alla Sandokan, sempre pronto a dare a tutti i giusti consigli, disponibile a dire sempre di sì, corretto e retto. Ha vinto anche la sua ultima gara, fino ad una settimana fa era al “campo” dove diceva di stare bene, di ritrovarsi e di trovarci tanti amici – ed era vero -, purtroppo non ha vinto il campionato, questa volta l’asticella era troppo alta – la vita -.
Con la sua tenacia, la grinta silenziosa e la forza della testa e del cuore ha saputo stupire varie volte, specie nelle occasioni importanti. Tutti, da atleta, lo temevano e lo rispettavano, da allenatore lo stimavano e lo apprezzavano come specialista tra i migliori in Italia.
Il suo puntiglio, pur deciso, non soverchiava mai l’altro; era sempre disposto ad ascoltare e a confrontare le idee che gli altri ponevano sul tavolo. Rispettoso assoluto delle regole, anche quando queste non le condivideva e lo facevano arrabbiare, es. nuovi regolamenti di gara che complicavano una cosa semplice – diceva -.
Il grande “babbo”, così conosciuto in Italia fin dai tempi bolognesi dell’ISEF e del G.S. Carabinieri, il grande maestro di tutti, va a riposare in pace tra gli onesti, tra le persone perbene, tra coloro che meritano il rispetto di tutti.
Ciao grande amico, tutti noi ti abbracciamo affettuosamente, come meritavi e sappi che, in ognuno di noi, hai lasciato l’impronta della tua classe.