Lo aspettavamo da due anni, ma al Vivicittà di Livorno noi mezzofondisti biancoverdi non ci siamo fatti attendere. Sei atleti nei primi undici è forse il dato che meglio riassume l’exploit societario di domenica scorsa; ma un’informazione così asettica non basta certo a rendere conto del mosaico di esperienze personali che compone il racconto di questa gara.
Partiva con il pettorale numero uno – ereditato da Lorenzo Bernini, ultimo vincitore della corsa nel 2013 – il nostro grande favorito Federico Meini. Nei dodici kilometri verso il centro cittadino e ritorno, Federico ha imposto il suo ritmo agli avversari: una guida autorevole, che ha prodotto una discreta selezione. L’unico a resistere è Andrea Gesi, con la tenacia di chi, se portato alla volata finale, saprà prevalere comunque sull’avversario. A sentire Federico, per come si erano messe le cose il secondo posto era inevitabile; ma vi assicuro che fino all’ultima curva del Martelli ce l’ha messa tutta per conquistare la vittoria.
Terzo – e ancora si definisce un “ottocentista” – taglia il traguardo Antonio Zapparata. C’era anche lui nel gruppetto di attaccanti avvantaggiatosi fin dalle prime fasi di corsa. E certo ha retto meglio degli altri. Per un po’ si era portato dietro un altro dei nostri, Lorenzo Bottazzoli. I due erano insieme fin quasi ai dieci kilometri. Poi Antonio ha fatto valere il suo ritmo: per una volta, non ha dovuto mostrare all’arrivo le sue doti di sprinter.
Un risultato che conferma le aspettative, il quarto posto di Lorenzo. Il cecinese sta orbitando sempre più sulle lunghe distanze e sulle corse su strada, con un occhio di riguardo per la Targa Cecina. Riuscirà un biancoverde ad interrompere il dominio decennale dell’ex Andrea Capretti?
Scorrono nel sangue le energie della gioventù, per il sempreverde Alessio Ghezzani, che non dimentica per questo l’esperienza di vent’anni a correre sulle strade e sulle piste. Di tutti i migliori, è stato il meno appariscente: tutto l’opposto del redivivo Roberto Ria. Con una progressione perfetta, Alessio è riuscito ad agguantarlo proprio negli ultimi kilometri.
Era la corsa del ritorno per entrambi, e il caso ci ha fatto arrivare uno dietro l’altro: Gianmarco Lazzeri al decimo posto, Alessio Ristori all’undicesimo. Alessio ed io abbiamo condiviso per molti aspetti un inverno simile. Abbiamo lottato contro malesseri organici e muscolari; abbiamo perso gli obiettivi della stagione; abbiamo compromesso la preparazione degli appuntamenti primaverili. Ma chi ci ha visti frequentare il campo sempre e comunque sa che questi problemi non ci hanno scoraggiati – anzi! Ed oggi possiamo dire di avere finalmente imboccato la strada giusta: ci rassicurano le piccole rimonte parallele con cui abbiamo concluso le nostre due gare.
Per l’Atletica Livorno i piazzamenti non finiscono qui: quindicesimo al termine di una gara regolare si piazza Valerio Cecconi, ormai in sintonia perfetta con questo tipo di gare. Un altro appassionato – pur se neofita – delle corse su strada, Manuel Lucioli, arriva poco più tardi. Il ventesimo posto lo conquista spronato da un compagno d’eccezione: suo padre Massimo, che ha fatto il ritmo nella prima parte di corsa.
Speravo in una sua crescita, e non mi ha deluso: a poche settimane dai campionati regionali di Carrara, Lapo Bardi torna lentamente a salire la china. Il Vivicittà lo ha chiuso per 46° – che ci dice poco – ma buttando giù dieci secondi a kilometro rispetto alla gara precedente. Settantesimo, il regolarista Matteo Citti festeggia la sua prestazione con una dedica: è alla prima competizione dalla nascita della figlia. Sopravanza di poco l’ultimo dei nostri: Filippo Brambilla, che fa sua la 76° posizione.
Gianmarco Lazzeri